Ospedale di Sant'Agata, critica la CISL

Ci è voluto oltre un anno, ma alla fine la politica è riuscita a fare dell’Ospedale dei Nebrodi un poliambulatorio attrezzato o magari solo qualche reparto affidato a qualche sciocco servitore della politica.
La CISL, assieme alle altre organizzazioni, è stata la prima a lanciare l’allarme già all’inizio dell’anno.
Ricordiamo tutti la manifestazione di protesta del trenta giugno scorso che ci ha visto assieme ai 18 Sindaci del Distretto oltre che alla deputazione provinciale, regionale e nazionale messinese.
In quell’occasione il Sindacato ha manifestato contro il ridimensionamento dei servizi del nosocomio santagatese l’accorpamento e le aggregazioni delle unità operative, la riduzione dei posti letto e la riduzione del personale.
L’assessore La galla, nella conferenza tenutasi successivamente alla mobilitazione, tranquillizzò i Sindaci del Distretto dei Nebrodi, affermando pure che si sarebbe realizzato, oltre a quanto previsto nell’atto aziendale, anche l’Utic e la Rianimazione. Ma questo, evidentemente, era solo un impegno balneare perché fatto proprio in concomitanza con le ferie estive.
Oggi i sospetti diventano certezze. Tutto ciò che il Sindacato ha gridato in questi mesi, diventa realtà.
Praticamente l’Ospedale di Sant’Agata Militello, così come annunciato dall’assessore Lagalla, che qui lo possiamo definire “pinocchio”, trincerandosi dietro il piano di rientro da approvare entro il 31 dicembre dell’anno, lancia l’ipotesi di fusione tra l’Ospedale di Sant’Agata e quello di Patti.
Ecco che veramente il Nostro Ospedale diventa l’Ospedale dei Nebrodi, proprio perché diventa un'unica struttura con quello di Patti e quindi assurgere a poliambulatorio attrezzato, così come la CISL aveva denunciato in sede di Conferenza dei Sindaci.
Qualcuno ora dirà che a Sant’Agata Militello, proprio per dare senso alle dichiarazioni dell’assessore Lagalla sorgerà un Polo Medico, mentre a Patti un Polo Chirurgico, ma va da se che molti servizi ed unità operative scompariranno, con grave ripercussione negativa ed accentuazione del disagio per la popolazione ormai stanca di sentire solo menzogne, oltre all’inevitabile perdita di personale medico e non medico.
Il Sindacato, a proposito di alleviare i disagi, sperava invece in un alto senso di responsabilità delle istituzioni preposte per dare al distretto santagatese un ulteriore servizio in favore, purtroppo, della numerosa utenza che periodicamente deve sottoporsi a terapie salvavita; i cosiddetti “viaggi della speranza” che l’utenza interessata affronta giornalmente, con grandi sacrifici e dispendio economico, per recarsi in lontanissimi presidi ospedalieri.
Oggi, purtroppo si aggiunge la scellerata decisione di sopprimere molte guardie mediche della provincia e quindi del distretto, penalizzando ulteriormente la collettività ma sopratutto quelle comunità che sono sprovviste di ogni qualsivoglia presidio sanitario.
Non se ne giustifica manco la soppressione della guardia medica santagatese, adducendo a motivazione che sul territorio insiste il presidio ospedaliero, proprio perché, se questo è il criterio, altre realtà, ove insistono strutture sanitarie, non vengono assolutamente menzionate ne prese in considerazione.
Ma è evidente che la politica, dopo gli sperperi del passato per consulenze, incarichi, esperti e quant’altro, fa da padrone, senza guardare al bisogno reale della gente.
Non possiamo più sopportare le scelte forsennate e scellerate di una classe politica che, purtroppo, spesse volte vengono condivise anche da personaggi che mirano ad una futura loro migliore collocazione ma, certamente, in una struttura di bassa qualità.
E’ ora di dire basta. Per questo il Sindacato spera in uno scatto di orgoglio vero e di un alto senso di responsabilità da parte di tutti i Sindaci del Distretto, ma anche delle forze politiche, sociali e deputazione messinese, per difendere veramente ciò che gli altri ci vogliono togliere e affermare il diritto alla salute di una popolazione formata da circa 100.000 utenze che ormai, se ci va bene, viene classificata cittadinanza di serie B.
Crediamo che i Sindaci devono spogliarsi del senso di appartenenza ad una politica malata e incancrenita e vestire, invece, gli abiti del cittadino dei Nebrodi per difendere a denti stretti il nostro territorio.
Non può passare inosservata la scadenza del 31 dicembre, data in cui è prevista la definitiva approvazione del piano di rientro e perciò, è necessario muoversi con forza e determinazione, ricorrendo, se serve, ad altre più incisive iniziative.

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