Tenta di darsi fuoco, Polizia lo salva

La tragedia stava per consumarsi in un attimo: un uomo al culmine della disperazione per disavventure di carattere finanziario, si versa addosso 20 litri di benzina e minaccia di darsi fuoco ma, grazie al sangue freddo ed alla professionalità di due poliziotti, l’irreparabile è stato scongiurato. Dopo due ore di intense trattative, l’uomo ha infatti rinunciato al suo folle gesto ed ha consegnato agli agenti l’accendino con il quale aveva, più volte, minacciato di far scoccare la scintilla fatale.
E’ accaduto ieri mattina in un cantiere dell’hinterland di Sant’Agata Militello. Ma ecco il racconto di una mattinata che difficilmente i protagonisti riusciranno a dimenticare.
Un imprenditore, di poco più di 40 anni (tralasciamo di scrivere anche le iniziali e la località per discrezione) in mattinata, si reca al Commissariato della polizia di Stato di Sant’Agata Militello per “segnalare” quella che riteneva una terribile ingiustizia nei suoi confronti: una procedura di fallimento “per fatti vecchi” che avrebbe fatto saltare la sua azienda, peraltro abbastanza florida e buttato sul lastrico la sua famiglia.
Proprio mentre l’uomo parla con i poliziotti, al suo telefonino arriva la telefonata della moglie che gli comunica che in cantiere ci sono l’ufficiale giudiziario ed il curatore fallimentare per apporre i “sigilli” al capannone. I poliziotti: l’ispettore capo Manlio Spina e l’assistente capo, Antonio Sutera, invitati dall’uomo ad accompagnarlo “per tranquillizzare la moglie” e vedendolo in stato di profonda depressione, non se lo lasciano chiedere due volte e partono, con un’auto di servizio alla volta del cantiere.
Appena giunti sul piazzale l’imprenditore cerca di convincere i funzionari incaricati della procedura a desistere, ma ricevuto, naturalmente, un nuovo diniego, afferra un bidone con della benzina e prima che i presenti si rendano conto di quanto accade, si versa addosso l’intero contenitore, estrae dalla tasca un accendino e minaccia di darsi fuoco.
Sono momenti interminabili: l’ufficiale giudiziario e l’avvocato si allontanano, la moglie del poveretto piange disperata mentre stringe al petto un bimbo piccolo che urla non comprendendo cosa sta per accadere al suo papà. E i poliziotti, tenendosi a debita distanza, così come chiedeva insistentemente l’imprenditore e per non innervosirlo ulteriormente, dopo aver raccolto un estintore, tentano in tutti i modi di calmarlo.
Sono trattative lunghissime. Interminabili! Spina e Sutera che intanto avevano anche avvertito il dirigente del commissariato santagatese, il dottor Francesco Picardi, tentano di rassicurare il poveretto. Lo lasciano parlare. Lui si sfoga! Racconta delle sue disavventure di molti anni prima, quando aveva subìto una procedura di fallimento. Dei sacrifici con la propria moglie con la quale aveva, con fatica, riavviato l’attività che, ormai da anni, stava andando benissimo.
E di quella spada di Damocle sulla sua impresa: il rischio, ormai imminente dello sfratto dal capannone e dei “sigilli” alla sua azienda. Dei ripetuti ma vani tentativi di riacquistare l’immobile ed il piazzale, da chi se lo era aggiudicato all’asta. Del rischio insomma di vedersi sequestrare anche diverse centinaia di migliaia di euro di materiale, prima di poterlo rivendere e che avrebbe determinato la chiusura definitiva della sua attività.
Un racconto lucido, preciso, dettagliato. Intervallato da lunghe crisi di pianto. Ma sempre con quell’accendino in mano che insieme all’odore forte della benzina sui suoi vestiti e a terra, non lasciavano dubbi sull’esito disastroso di una possibile scintilla.
E’ qui che probabilmente accade l’episodio che dopo un po’ porterà l’imprenditore a desistere dall’insano gesto: i due poliziotti fanno allontanare le persone presenti, si avvicinano sempre più, a qualche metro dall’uomo, ma proprio sopra la pozzanghera di benzina. “Se accendi anche noi rischiamo” gli dicono. Sono momenti carichi di tensione. L’ispettore e l’assistente lo rassicurano che il provvedimento di sequestro sarà rinviato e non appena l’ufficiale giudiziario e l’avvocato vanno via il poveretto scoppia nuovamente in un pianto liberatorio e …consegna l’accendino abbracciando i poliziotti ed i familiari.
Ora gli atti amministrativi torneranno al tribunale. Cosa accadrà non è possibile ipotizzarlo. E’ certo però che l’uomo forse avrà un po’ di tempo per poter rivendere il materiale in deposito per poter far fronte ai suoi impegni finanziari e senza che la sua “vita e quella dei suoi familiari venga distrutta” da quei “sigilli” che avrebbero cancellato la sua attività imprenditoriale.
Questa notizia, purtroppo, ma questa è la cruda realtà, così come tanti altri fatti di cronaca, non avrà grandi spazi ma poche righe sui giornali o in televisione. Noi abbiamo voluto raccontarla per rendere merito e sottolineare come, spesso, il lavoro delle forze dell’ordine, nonostante nascosto, sia prezioso. Se, ad esempio, i due poliziotti si fossero limitati a raccogliere quella “denuncia” se non avessero accettato di accompagnarlo, probabilmente tutta la storia avrebbe avuto un altro ...tragico ...epilogo.

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