Ospedale "vecchio", si demolisce solo il terzo piano

Nel corso della conferenza dei servizi del svoltasi ieri presso l’AUSL 5 di Messina, in merito ai lavori di adeguamento del vecchio plesso dell'ospedale di S.Agata di Militelo, è stato pattuito di procedere alla demolizione del solo terzo piano del fabbricato, mantenendo, dunque in piedi il primo e secondo piano. Soddisfazione, per tale risultato ottenuto, è stato espresso dalla delegazione dei sindaci del comprensorio nebroideo. "Tale risultato - si legge in una nota stampa - prevede la demolizione limitata esclusivamente all’ultimo piano della struttura ospedaliera, atteso che, il mancato abbattimento di entrambi i piani, avrebbe implicato un adeguamento progettuale incompatibile con l’enorme lievitazione dei costi ed il rispetto delle normative vigenti".
Ma alla soddisfazione dei sindaci della zona neboidea non si associa il primo cittadino di Capo d'Orlando, Enzo Sindoni che, anzi, polemizza. "Sono preoccupato sia per la possibile demolizione che per l’assenza di risultati che le rimostranze e le proteste hanno fin qui determinato. Una struttura di vitale importanza come un Ospedale che nel nostro caso raccoglie un’utenza di oltre 200.000 persone - dice Sindoni - non può continuare a subire un irreversibile depotenziamento strutturale. La presa di posizione dei Sindaci del comprensorio, di sindacati e società,come detto, non ha portato a nulla e questo indica quanta poca attenzione sia data al nostro territorio. Cancellare due piani dell’Ospedale, significa penalizzare e depotenziare la più grande struttura sanitaria pubblica dei Nebrodi. L’ufficio tecnico del Comune di Sant’Agata Militello ha studiato una soluzione con la quale è possibile evitare la demolizione. Ma oltre a sottolineare la protesta, desidero attenzionare una proposta: chiedo alla protezione civile regionale di intervenire, come nelle sue possibilità, per la risoluzione del problema. Tocca ad essa richiedere la progettazione della messa in sicurezza della struttura, esaminarla ed integrarla con gli accorgimenti tecnici necessari, prima che il genio civile si esprima. E’ la mancanza di questo passaggio che rende impossibile l’approvazione della messa in sicurezza dell’edificio. E’ tempo di scardinare prese di posizioni che antepongono formalismi e cavilli alle soluzioni che il buon senso suggerisce. Lavoriamo tutti per risolvere i problemi e non per complicarli".

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